Le città parallele

In una profonda spaccatura tra due montagne vive una città. Si chiama Ottavia: è sospesa, avvinta alla roccia con corde e catene, 0790_35cullata dal vento; i suoi abitanti ne assecondano ogni respiro e ogni fremito, e i più giovani sfidano il cielo con audaci acrobazie sopra i sottili ponti di corda. Il piccolo Schivo abita lì da sempre, e da sempre sa che la Città Sospesa vive dello scambio con Zora, la sua possente vicina, la Città di Pietra: ma all’improvviso la comunicazione cessa, la fortezza tace. È un brutto risveglio per Ottavia. La sua quiete è interrotta, i suoi abitanti scossi. Bisogna scoprire cos’è successo, ma gli adulti sono turbati, preoccupati. Ed è dunque Schivo a offrirsi volontario: ma appena tocca terra nel cesto dello Scambio, gli arcieri di guardia alle mura cieche di Zora scagliano su di lui tutto il loro arsenale di frecce. Schivo riesce a scappare, ma sa che la spiegazione del mistero è all’interno di quelle mura inespugnabili; e sa anche che qualcosa di terribile si è impadronito della città, qualcosa che, come un perfido incantesimo, può essere spezzato solo dal coraggio, dalla determinazione e dal sangue.

I diritti d’autore per Le città parallele sono stati venduti in Francia.

Clicca qui per approfondire il tema dell’utopia, secondo l’autore.

Luca Randazzo, Le città parallele – Salani Editore 2008

 

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Maestro e scrittore per ragazzi