Quando venivano a trovarci, loro dicevano sempre: “Ci verresti davvero?” E io rispondevo di sì. Però non è che poi succedeva davvero.
Invece quella volta, quando ho detto di sì, si sono guardati e io ho pensato: ora mi prendono davvero. Per un attimo volevo rimangiarmi quella parola che avevo appena detto: sì. Ma ormai l’avevo detta.
E comunque io ci volevo andare davvero da loro. Insomma ci volevo andare, ma non ci volevo andare.
Sunita ha dieci anni. La sua famiglia vive in una baracca in mezzo a una pineta, senza corrente elettrica e servizi igienici.
A Sunita questa vita non basta. Lei ha un sogno: finire le elementari e andare alle medie. Così, da sola, si affida a una coppia di gagè (gli altri, i non-rom). Durante la settimana Luca e Clelia le offrono una casa confortevole e una bicicletta per andare a scuola, nel weekend Sunita torna al campo. Comincia così per la bambina una doppia vita, tra la scuola, le regole della nuova casa, i battibecchi con le piccole Marta e Bianca, le feste al campo e gli scherzi che le giocano i fratelli, forse un po’ gelosi.
Sunita questa vita ce la racconta un un diario scanzonato e irriverente, con la sua voce personalissima, facendoci ridere e commuovere, come i migliori personaggi della narrativa per ragazzi. Ma Sunita è anche una bambina vera, così come è in gran parte vera questa storia vissuta, raccolta e raccontata da Luca Randazzo, che in una nota finale spiega: “Ci sono storie che finiscono bene. Ce ne sono altre che finiscono male. Poi esistono storie che non finiscono affatto, ma che continuano giorno dopo giorno, ondeggiando continuamente tra lieto fine e disastro. Quella di Sunita e della sua famiglia è una di queste. Diario di Sunita è il racconto di un particolare anno della sua vita e della nostra, un po’ romanzato, ma abbastanza fedele”.
I diritti d’autore di questo libro sono devoluti all’associazione Articolo 34